

Se vivrò dovrò pure tornare
16/01/23 20:00
Produzion / Produzione
Teatri Stabil Furlan / SOMSI Pordenone
In colaborazion cun / In collaborazione con
Centro Studi Pier Paolo Pasolini – Casarsa Della Delizia
e SPK Teatro – Pordenone
Dramaturgjie / Drammaturgia
Lisa Moras, Carlo Tolazzi, Tarcisio Mizzau
Dramaturg / Dramaturg
Lisa Moras
Traduzions in lenghe furlane variante di Cjasarse / Traduzioni in lingua friulana variante di Casarsa
Carlo Tolazzi
Coordenament artistic e organizatîf dal progjet / Coordinamento artistico e organizzativo del progetto
Massimo Somaglino
Cun / Con
Carla Manzon, Alessandro Maione, Giulia Cosolo e Serena Di Blasio
Musichis originâls di / Musiche originali di
Renato Miani
Senis di / Scene di
Claudio e Andrea Mezzelani
Costums di / Costumi di
Patrizia Battacchi – Sart’è
Clarinet / Clarinetto
Nicola Bulfone
Pianist / Pianista
Daniele Russo
Côr Studentesc SingIn
Mestri preparadôr / Maestro preparatore
Dewis Antonel
Coordenament musicâl / Coordinamento musicale
Eddi De Nadai
Lûs di / Luci di
Stefano Bragagnolo
Sun di / Suono di
Carlo Gris
Spetacul inserît intes Celebrazions pal Centenari Pasolinian /
Spettacolo inserito nelle Celebrazioni del Centenario Pasoliniano
‘Se vivrò dovrò pure tornare…’ scrive Pier Paolo Pasolini a Novella Cantarutti in una lettera da Roma del 17 novembre 1954, riferendosi al Friuli, dal quale era partito quattro anni prima. ‘Davanti al Friuli dovrei ricominciare tutto daccapo: e, a pensarci, qualcosa mi prende alla gola: un senso insieme di morte e di vita….’ scrive, nella stessa lettera.
Lo spettacolo intende così scandagliare in profondità l’amore di Pier Paolo Pasolini per la sua terra, per la casa materna, per la comunità che lo accoglieva durante le sue estati giovanili e che lo accoglie ancora oggi (le sue spoglie mortali riposano a Casarsa), per la lingua che ha fatto nascere le sue prime suggestioni poetiche, per il ruolo che egli stesso si era ritagliato di guida, di stimolo e poi di punto di riferimento.
Insieme a ciò, lo spettacolo ricompone e organicamente racconta quel frastagliato periodo dell’autonomismo friulano che, intorno a grandi figure come Tiziano Tessitori, Pre’ Bepo Marchet, Gianfranco D’Aronco e lo stesso Pier Paolo Pasolini, ha fondato le basi culturali e politiche per la realizzazione e l’ottenimento della Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia e della sua specialità.
In scena, in uno spazio insieme reale e della memoria, accompagnato da musiche originali che si rifanno a materiali preesistenti di musica popolare e da ballo delle epoche attraversate c’è ancora una casa, nella quale tre generazioni di donne si scontrano e si incontrano, fra partenze, ri-partenze, arrivi e ritorni, alla ricerca del senso attuale di una appartenenza e di una identità che oggi sembra essere una necessaria riconquista delle nuove generazioni, dopo decenni di svilimento delle piccole patrie, di ogni senso di comunità e di globalismo generico e depauperato.
Cosa è rimasto di quello slancio culturale e identitario? Che rapporto hanno i friulani con il Friuli oggi? Cosa significa partire, tornare, appartenere, restare, nel terzo millennio?
BIGLIETTI
INTERO € 20,00
RIDOTTO* € 17,00
RIDOTTO** € 10,00
*giovani under 26 anni compiuti e anziani over 65 anni compiuti
**persone disoccupate
Biglietteria del Teatro Stabile Sloveno
da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 14.00.
Via Petronio 4, Trieste
tel: +39 040 2452616
mail: martina.clapci@teaterssg.com
Biglietteria del Kulturni Center Lojze Bratuž
dalle 8.30 alle 12.30
Viale XX settembre 85
tel.: +39 0481 531445
mail: info@centerbratuz.org
Per maggiori informazioni visita il sito www.teatrostabilesloveno.it