
Il gno viaç
27/07/25 17:30
de storie vere di / da una storia vera di
Mohamed Gebril
elaborade di / elaborata da
Alberto Bordin
cun / con
Leonardo de Agostini e Alessia Zomero
coordenadore / coordinatrice
Nicoletta Oscuro
cu la colaborazion di / con la collaborazion di
Hugo Samek
inserît dentri / all’interno di
FOMO Festival
in colaborazion cun / in collaborazione con
Get Up APS
Una nuova avventura per il Teatri Stabil Furlan nasce grazie all’ ‘Ufici pe lenghe furlane dal Comun di Udin’, al Centro Culturale Regionale Enzo Piccinini e alla Casa dell’Immacolata di don De Roja. Lì vive Gebril, arrivato dal mare ormai due anni fa, attraverso un viaggio ‘della speranza’ che ricorda molto i viaggi dei giovani friulani emigranti dell’800 e del 900 verso le Americhe. Anche lì un mare da attraversare, una nuova terra da scoprire, rischi e pericoli dell’andare, affetti e ricordi da lasciarsi alle spalle.
‘D’indulà vegnitu? D’indulà sêtu? A ce puest partegnitu? Ce definissial cui che tu sês?
S’o mi cjali indaûr ce aio imparât? Ce persone soio deventât vué ? E soredut ce divignî mi spietial?’
Un giovane, un milione di giovani, un viaggio, il mare, il futuro in controluce, nessuna retorica.
Un racconto scarno, asciutto, frasi brevi, nessun orpello, si dice solo quello che si è in grado di dire ed è già tantissimo.
Ci sono cose che si possono raccontare solo da molto lontano, serve mettere distanza, avere pazienza, capire di chi fidarsi. Ci sono parole che per pronunciarle occorre che qualcuno si metta nei tuoi panni e provi a fare almeno un pezzetto del tuo viaggio. Ci sono luoghi dove indossare i panni di qualcun altro è anche un bel modo per capire qualcosa di sé. Così Leo prova a dar voce a Gebril attraverso tutti i Gabriêl incontrati lungo il cammino.


